Prima persona singolare

“Prima persona singolare” racchiude in sé otto racconti in cui Haruki Murakami si mette a nudo e ci presenta situazioni al limite tra la realtà e un mondo fantastico, facendoci a volte fluttuare, “sospesi”, nell’anima (dell’autore o nella nostra?).

Ci rivedremo

o finirà così

qui e ora?

La luce mi invita

l’ombra mi calpesta

Il racconto che ho preferito è “Su un cuscino di pietra” ma anche “La crema della vita”, “Confessione di una scimmia di Shinagawa” e “Prima persona singolare” mi sono piaciuti molto.

Dato che in questi racconti, l’autore ci fa conoscere pezzetti di sé, consiglio di leggere “Prima persona singolare” solo dopo avere già letto qualcosa di Murakami e avere dunque già dimestichezza con il suo modo (secondo me eccezionale) di scrivere e raccontare le cose. Anzi, se proprio volete innamorarvi di lui, iniziate, prima di tutto, a leggere “Norwegian Wood” (“Tokyo Blues”), un vero e proprio “capolavoro” planetario.

Adoro la scrittura di Murakami, che considero uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi e sono certa che, prima o poi, il Nobel per la Letteratura sarà suo (sempre gli interessi…). Troverei assurdo che così non fosse.

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