Il vento conosce il mio nome

“Il vento conosce il mio nome”, l’ultima fatica della grandissima Isabel Allende, è un bel romanzo che ci fa conoscere da vicino le ingiustizie della storia.

Adoro la sua prosa e la sua capacità – sempre – di trasportarmi nei luoghi di cui scrive, quasi come se fossi lì, presente, anche io dentro le pagine di un libro insieme ai suoi personaggi. Questo riesce a fare una grande scrittrice. Trasportarti in un altro luogo.

“Il vento conosce il mio nome” mi è piaciuto molto ma, sinceramente, non quanto altri romanzi dell’Allende.

Questo libro, in cui passato e presente si intrecciano, racconta di Samuel, un bimbo ebreo di sei anni che, dopo la notte dei Cristalli del 1938 in cui suo padre sparisce, viene messo dalla madre su un treno da solo (anzi, con il suo violino) e così, dall’Austria arriva in Inghilterra. Racconta anche di Anita, una bimba di sette anni che nel 2019, per fuggire dalla violenza in Salvador, arriva con la madre negli Stati Uniti ma si trova a fare i conti con la nuova politica di separazione familiare e, ritrovandosi così da sola in un centro di accoglienza, si rifugia su una stella magica.

È un bel romanzo e lo consiglio.

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